Giornata Mondiale della Pace 2018
Buonasera e Buon 2018 a tutti,
E’ un onore per me, intervenire a questa cerimonia che apre il nuovo anno con la consegna a tutte le autorità, alla comunità e ai cittadini presenti del messaggio della pace di papa Francesco. Il messaggio del Santo Padre Francesco per la celebrazione della 51° giornata mondiale della pace è dedicato a migranti e rifugiati, che il papa definisce come uomini e donne in cerca di pace. Il messaggio si apre con l’augurio di “pace a tutte le persone e a tutte le nazioni della terra”, non solo a un gruppo, come le persone di san Pietro in Casale o dell’Italia o dell’Argentina, ma a tutto il mondo ormai globalizzato. E subito il suo pensiero corre ai 250 milioni di migranti, di cui 22 milioni sono rifugiati, uomini, donne e bambini in cerca di pace: pace dalle tantissime guerre che insanguinano il mondo; pace dalle tensioni e squilibri sociali sempre più marcati, non solo tra nazioni ricche e nazioni povere, ma anche all’interno di esse tra individui sempre più ricchi e altri sempre più numerosi e sempre più poveri; pace dalla lotta quotidiana per trovare cibo e sostentamento in un contesto ambientale degradato e avaro di risorse.
Per questa speranza di pace che tutte queste persone si mettono in viaggio: un viaggio lungo e pericoloso, anche per la stessa vita. E al termine di questo durissimo viaggio cosa li attende? Li attende un’accoglienza fredda e ostile, li attende un muro di cemento o una recinzione di filo spinato, da campo di concentramento, e da ultimo anche i cosiddetti respingimenti. E’ pur vero che non è possibile accogliere tante, tantissime persone in paesi già densamente popolati, dove si è protratto un periodo di recessione economica e il lavoro scarseggia.
Io credo però che non sia solo una questione di numero, ma di una mentalità diffusa e preconcetta: la paura di chi è diverso da noi , visto come un potenziale nemico e competitore che ci può sottrarre qualcosa, lavoro, casa, sussidio, identità nazionale e culturale. Questa paura l’abbiamo non solo nei confronti degli adulti, la cui personalità è già formata, ma anche dei minori non accompagnati, bambini e ragazzi già orfani o che hanno perduto i loro genitori durante il viaggio, o ai quali i genitori stessi hanno pagato il viaggio della speranza per una vita migliore della loro.
Purtroppo anche noi a San Pietro in Casale abbiamo vissuto una triste esperienza: una piccola minoranza, forse anche strumentalizzata politicamente, si è opposta all’accoglienza di 9 minori non accompagnati. Il nostro paese ha avuto l’onore delle cronache nazionali per più giorni,una tensione mediatica che ha messo in cattiva luce la nostra comunità; un ben triste onore, visto che l’intero paese è stato assimilato a quelli che hanno detto “NO”. Un paziente lavoro di conciliazione da parte dell’amministrazione comunale ha portato ad accogliere, invece dei minori non accompagnati, 3 famiglie con bambini piccoli. A queste 3 nuove famiglie di San Pietro in Casale auguro di potersi integrare nella comunità, come altri hanno già fatto. Auguro anche che tutti i Sanpierini li accolgano con mente aperta, disposti a comprendere che la diversità culturale è un arricchimento reciproco.
Credo che, nel suo piccolo, il nostro paese abbia cercato di fare quello che suggerisce Papa Francesco nel suo messaggio: l’accoglienza richiede non solo una generica compassione per la sofferenza altrui, ma azioni concrete, una “gestione responsabile di nuove situazioni complesse” e si rivolge ai governanti perché “praticando la virtù della prudenza sappiano accogliere, promuovere, proteggere e integrare… nei limiti consentiti dal bene comune correttamente inteso”. Se tutte le nazioni, le città e i paesi, contribuissero all’accoglienza, ciascuno facendo la propria piccola parte, accogliendo la quota di migranti e rifugiati loro assegnata, sarebbe più facile mettere in pratica quelle azioni che il Papa definisce le quattro pietre miliari per l’azione:
ACCOGLIERE, PROTEGGERE, PROMUOVERE, INTEGRARE.
Il messaggio per la pace nel mondo ribadisce con forza che la pace non è solo assenza di guerra, militarmente intesa, ma che a pace è frutto di giustizia sociale, di possibilità di lavoro, di rispetto per la dignità umana. Non è un caso che i 1° ottobre il Papa abbia cominciato la sua visita a Bologna propri da un centro di accoglienza per migranti. Voglio sperare che con l’impegno di tutti si possa mettere in pratica un’accoglienza diversa da quella che stiamo mostrando; Ciascuno faccia la sua parte al meglio , con impegno e onestà, questa azione sarà importante per costruire un mondo libero dalla violenza e un passo del nuovo anno verso la giustizia, la pace e la solidarietà.
Auguri a tutti.